لا يوجد تفاصيل عن الصفقة ولا حتى قيمتها بالضبط !!!
بلى يوجد استاذي طبعا .. و كتبت عن الصفقة مجلة الايطالية و ردحت ردح للحكومة الايطالية بسبب انها لم تلزم الاردن بتطوير المدولبات في ايطاليا !
الأردن حصل على 24 وحدة منها كهبة من إيطاليا في عام 2014 .. و أتبعها بشراء 117 في نفس العام ..
و حصل على 117 مدولبة بسعر 5.581 مليون يورو و قمنا بتطوير أول دفعة فقط 80 وحدة بسعر 20مليون يورو
سعر الشراء لكل وحدة 47.700 ألف يورو ، و سعر التطوير لكل وحدة 250 ألف يورو
و الله أعلم أتوقع سيتم إدخال ال 141 جميعا في الخدمة و ليس 80 إلى الخدمة و 61 قطع غيار ، بكل بساطة لانه العقد مع الشركة الإسبانية SDLE ذات الخبرة (كون اسبانية تملك نفس المدولبة و قامت بتطويرها لاحقا مع شركة SDLE) ينص على أن تقوم الشركة بتوفير جميع قطع الغيار ، و الدعم اللوجيستي للمدولبات طالما هي في الخدمة .. أمر أخر ، تطوير المدولبات بدأ في بداية عام 2017 على الأقل ، يعني لو التطوير يشمل فقط 80 وحدة كان إنتهى زمان و ظهرت المدولبات في مناورات الأسد المتأهب 2019 لكن بما انها لم تظهر هذا يعني أنه لم ينتهي تطويرها بعد ! لذا الأغلب أنه سيتم إدخال 140 بالكامل إن شاء الله ..
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L’Italia regala, la Spagna ammoderna
La Giordania, dopo aver ricevuto dall’Italia 141 blindo “B1 Centauro” a costo quasi zero, ne ha affidato il ripristino e l’ammodernamento a una società spagnola. I retroscena di una vicenda paradossale
La notizia risale a metà novembre: la SDLE (Star Defence Logistics & Engineering), un’azienda spagnola che opera dal 2009 in diversi settori inclusa la fornitura, manutenzione e riparazione di veicoli militari, ha ottenuto dall’esercito giordano il compito di riattivare, manutenere e ammodernare 80 blindati 8x8 “Centauro” per un valore di diversi milioni di euro (circa 20, secondo quanto Aeronautica & Difesa ha potuto apprendere da altre fonti).
La Giordania è entrata in possesso dei mezzi, dismessi dall’Esercito Italiano, in due fasi: la prima risale al 2014 e riguarda 24 “Centauro”, trasferiti a titolo gratuito per effetto della legge 141 del 1° ottobre 2014; la seconda ha coinvolto ulteriori 117 mezzi, ceduti il 14 maggio 2015 per un importo di 5,581 milioni di euro (47.700 euro per ogni blindato). Qualche settimana prima, il 29 aprile 2015, l’allora ministro della Difesa Roberta Pinotti e il maresciallo Al-Zaben, capo di stato maggiore della Difesa giordano, avevano firmato a Roma un accordo per la cooperazione bilaterale nel campo della difesa, di cui la quasi-donazione è stato il primo significativo risultato.
Prima del trasferimento il CIO (Consorzio Iveco-OTO Melara, responsabile della progettazione e produzione dei B1), che aveva avviato già da tempo le trattative con l’esercito giordano, aveva proposto di effettuare, prima in Italia e poi in Giordania, la revisione di 80 “Centauro”, un numero adeguato alle esigenze operative dell’esercito di re Abdullah e tale da consentire, al tempo stesso, la creazione di una “riserva” cui attingere per future esigenze o eventuali cannibalizzazioni. Le varie offerte non sono state accolte e, a quanto risulta, i mezzi sono rimasti in un primo tempo inutilizzati in una base nel deserto: è solo nel 2016 che la KADDB (King Abdullah Design & Development Bureau), un’agenzia creata nel 2006 per promuovere lo sviluppo di un’industria locale in grado di lavorare per la difesa, ha indetto una gara per il ripristino e l’ammodernamento di un primo lotto di 10 blindati.
Questo tender non ha avuto seguito o, in ogni caso, è stato “riassorbito” da una nuova competizione
In apertura: una blindo “B1 Centauro” dell’Esercito Italiano effettua un’azione a fuoco nel poligono di Monteromano. Tra il 2014 e il 2015 l’Italia ha ceduto alla Giordania, in parte a titolo gratuito e in parte al prezzo unitario di 47.700 euro, un totale di 141 mezzi di questo tipo. Qui sotto: una “B1 Centauro” nella colorazione desertica adottata dal regio esercito giordano, che ha recentemente deciso di ripristinare e ammodernare 80 delle proprie autoblindo affidandone l’incarico alla società spagnola SDLE. In basso a sinistra e al centro: 12 militari giordani hanno frequentato l’estate scorsa a Roma, presso la Scuola Trasporti e Materiali dell’Esercito, un corso per manutentori della durata di 9 settimane. In basso a destra: il periscopio di una blindo smontato da SDLE per la revisione.
indetta l’anno successivo, relativa questa volta al ripristino di 80 “Centauro”. La commessa se l’è aggiudicata la SDLE che, oltre a provvedere alla manutenzione e all’ammodernamento dei blindati, in particolare per quanto riguarda il sistema di controllo del tiro e le camere termiche, fornirà anche, per tutta la vita utile dei B1, parti di rispetto (non di provenienza italiana), attrezzature speciali, assistenza e addestramento al personale militare giordano, inviando nel paese arabo una ventina di tecnici e ingegneri.
Sin qui la notizia: ma la vicenda merita qualche ulteriore commento. Anzitutto sorprende che l’Italia, apprestandosi a donare (o quasi) i “Centauro” alla Giordania, non si sia preoccupata di creare sin dall’inizio le condizioni affinché fosse l’industria nazionale a beneficiare dei successivi interventi di manutenzione e ammodernamento. Si tratta di una preoccupazione tipica di ogni nazione che cede materiale militare all’estero, anche perché queste operazioni sono spesso finalizzate proprio a creare spazio e lavoro per le aziende del paese d’origine; ma viene da pensare che la Difesa italiana non abbia ancora maturato questo genere di sensibilità
Un altro aspetto controverso riguarda l’affermazione della SDLE di essersi imposta nella gara al termine di una competizione internazionale cui avrebbe partecipato anche il CIO: un’affermazione, quest’ultima, smentita dal Consorzio che, a quanto risulta ad Aeronautica & Difesa, ha ripetutamente rifiutato di scendere in gara con altri in quanto “design authority” del “Centauro” e, come tale, legittimo destinatario di ogni richiesta di intervento sul mezzo.
Da non dimenticare che nel luglio del 2012 l’Italia inviò in Giordania una blindo “Centauro” con al seguito un equipaggio della Scuola di Cavalleria di Lecce; le prove si protrassero per circa un mese, con pesante coinvolgimento economico anche del CIO. Vennero organizzate successivamente prove a fuoco nel poligono di Nettuno e varie visite di ufficiali giordani alla Scuola di Lecce, al parco mezzi corazzati di Lenta (Vercelli) e a diversi siti dell’Esercito Italiano, il tutto gentilmente offerto ai rappresentanti del paese arabo.
Infine, chi addestra il personale militare giordano alla manutenzione dei B1 e dei loro sistemi? La SDLE afferma che se ne occuperà nell’ambito della gara che si è aggiudicata; ciò non toglie che nel luglio scorso, come si apprende dal sito dell’Esercito Italiano, 12 militari giordani erano a Roma per frequentare (non viene precisato se a titolo oneroso o gratuito) un corso di 9 settimane presso la Scuola Trasporti e Materiali della Cecchignola (Roma), consistente in lezioni teoriche e pratiche finalizzate ad acquisire “le capacità necessarie per condurre le principali operazioni di manutenzione sulla parte motore, torre, armamento, componenti elettroidrauliche e sulle componentistiche optoelettroniche della blindo”.
Al termine del corso – precisa l’Esercito– i frequentatori disporranno delle “nozioni necessarie per assicurare una corretta gestione degli interventi di manutenzione e riparazione necessari ad un efficace impiego delle blindo Centauro acquisite dalla Giordania”. Via, siamo proprio dei benefattori: prima regaliamo (di fatto) le blindo B1, poi addestriamo i manutentori, e intanto la Spagna si aggiudica il lavoro e – giustamente – se lo fa pagare